Anti-Semitism Awareness Act
di Monica Macchi
“Quando il sentimento anti-israeliano e le credenze antisioniste
attraversano la linea del Primo Emendamento e diventano
comportamenti discriminatori illegali?”
Bob Casey e Tim Scott
Settimana scorsa il Senato degli Stati Uniti ha approvato l’Anti-Semitism Awareness Act, un disegno di legge bipartisan proposto dai senatori Bob Casey (democratico della Pennsylvania) e Tim Scott (repubblicano del South Carolina) supportato dall’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), dall’Anti-Defamation League, dalle Federazioni ebraiche del Nord America e dal Centro Simon Wiesenthal.
Il disegno di legge, definito “di estrema urgenza” a causa dell’aumento degli attacchi anti-ebraici nei campus universitari, (secondo i dati FBI nel 2015, delle 1.402 vittime di crimini di odio su base religiosa il 52,1 % erano ebrei) si propone di “sradicare l’antisemitismo”… e per farlo utilizza la controversa definizione del Global Anti-Semitism Review Act del 2004 così come prodotta dal Centro europeo di monitoraggio sul razzismo e la xenofobia, ampliata in “chiave contemporanea”.
Sono così forme di antisemitismo:
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Richiedere, favorire o giustificare l’uccisione di ebrei
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Danneggiare gli ebrei o le loro proprietà
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Accusare gli ebrei in quanto popolo, o Israele in quanto Stato, di inventare o esagerare l’Olocausto
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Negare al popolo ebraico il diritto all’autodeterminazione, e negare a Israele il diritto di esistere
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Demonizzare Israele accusandolo per le tensioni inter-religiose o politiche e attribuendogli la completa o comunque la maggior parte delle responsabilità per le sofferenze dei Palestinesi
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Giudicare Israele con un doppio standard pretendendo un comportamento non atteso o richiesto a qualsiasi altra nazione democratica
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Mettere in discussione la convinzione che Israele sia una democrazia
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Paragonare la politica israeliana contemporanea a quella nazista
Questa definizione non solo è mistificatoria in quanto fonde lo stato di Israele con l’ebraismo e il sionismo con l’ebraismo ma fa parte di una strategia più ampia per limitare la libertà di parola e di critica: Jewish for Peace ha denunciato il tentativo della University of California di adottare una proposta per equiparare l’antisionismo con l’antisemitismo e quello della University of New York di bloccare i finanziamenti a qualsiasi organizzazione studentesca che “promuova, incoraggi, o permetta il boicottaggio inteso come espressioni di odio nei confronti di determinati Paesi”. Ed ecco il vero obiettivo: arrivare ad una legislazione anti-BDS, ad oggi già approvata in 13 stati. Non solo negli Stati Uniti ma anche in Canada dove lo scorso febbraio la Camera dei Comuni ha approvato una mozione di condanna per “tutte le organizzazioni, gruppi, e singoli individui che promuovono il movimento BDS in Canada e all’estero”, con 229 voti contro 51. E per meglio capire l’isteria assurda del clima ecco la frase sprezzante del deputato conservatore Gila Martow che considera il BDS come un movimento antisemita “appena velato”: “non sosterremmo mai il Ku Klux Klan nel nostro campus…e allora perché dobbiamo permettere al movimento BDS e ad altre organizzazioni antisemite e anti-israeliane di organizzare eventi settari e utilizzare il nostro campus, finanziato dai contribuenti?”.