“VenerdIslam”: Il Marocco vieta la produzione e la vendita di burqa
di Monica Macchi
Sì, proprio del burqa, il velo integrale imposto dai talebani in Afghanistan negli anni Novanta e fenomeno estremamente marginale in Marocco ma vietato anche in altri Paesi africani, tra cui il Ciad, il Camerun e Senegal dopo gli attacchi terroristici. Inizialmente, dato che pochissime donne lo indossano, la circolare è passata sotto silenzio ma poi i circoli salafiti hanno iniziato a protestare temendo che il divieto verrà esteso per analogia anche al niqab, velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi, diffuso nelle aree più conservatrici del nord. A questo punto si è infiammato il dibattito tra le istanze di sicurezza che passano per la lotta al terrorismo legato ad un’interpretazione distorta della religione (il più esplicito è stato Nouzha Skalli, ex ministro dello Sviluppo Sociale, Famiglia e Solidarietà che ha definito il divieto di vendita del burqa “un passo importante nella lotta contro l’estremismo religioso”), la libertà delle donne di indossare i vestiti che preferiscono, siano essi burqa, jeans scoloriti e bucati o minigonne (addirittura sostenuta da Abderrahim El Ghazali, il portavoce del Comitato misto difesa dei prigionieri salafiti) e la difesa dei valori e delle tradizioni socio-culturali… tra cui rientra anche l’abbigliamento.
Un dibattito destinato a continuare tra alleanze inedite ed estemporanee.