Intervento del consigliere Basilio Rizzo (Milano in Comune) a seguito dell’informativa dell’assessore Rozza sui fatti accaduti alla Stazione Centrale lo scorso 2 maggio 2017
Condivido lo slogan che è stato scelto da decine di associazioni e dice “nessuna persona è illegale”.
Il blitz del 2 maggio è stato contro delle persone non contro l’illegalità; e penso che non si possa solo dire “non lo faremo più”, “guardiamo avanti” per essere credibili.
Bisogna segnare una distanza netta, come si dice senza se e senza ma, da quella logica e da quella politica.
È stata un’iniziativa contro le persone e contro la povertà, vedi la distruzione delle povere cose che erano sul terreno e che sono state spazzate via. Non si dica che era un’azione per la sicurezza. Il diritto a vivere serenamente, che è il mio concetto di sicurezza e che non lascerò a nessuno, ha bisogno di interventi sociali, di investimenti nelle periferie, di azioni per la dignità delle persone e contro le diseguaglianze, non di blitz.
Il blitz è stato in realtà un’azione preventiva contro la manifestazione del 20 prossimo venturo ma ha avuto l’effetto opposto: ne aumenta il rilievo e quindi moltiplica le ragioni per esserci.
Le ragioni della partecipazione convinta delle associazioni, delle realtà politiche e sociali sono nel documento che mi sono permesso di distribuire subito dopo il blitz del 2 di maggio, e anche nell’iniziativa di ieri e che per ragioni di tempo non riporto.
Penso invece sia giusto che io riporti cosa in quel documento questa serie di associazioni molto ampie e molto vaste chiede all’Amministrazione comunale:
*adesione totale al sistema SPRAR di accoglienza dei richiedenti asilo con l’assorbimento integrale dei posti oggi disponibili nei CAS;
*dichiarazione pubblica di disponibilità a svolgere le incombenze relative ai rinnovi dei permessi di soggiorno presso gli uffici dell’Amministrazione comunale. E’ anche un segnale importante, una cosa è andare dalle forze di polizia, una cosa è andare dal Comune, sentirsi cittadini.
E poi:
*riconoscimento della residenza delle persone aventi dimora abituale nel territorio comunale, siano essi migranti o non migranti, ma che sono in difficoltà socio – economiche e quindi non trovano un alloggio stabile;
*nuovi investimenti nei servizi per l’inclusione sociale, per la salute per l’intera cittadinanza a partire dalla garanzia di accesso universale ai servizi per l’infanzia, indispensabili per la partecipazione alla vita sociale delle donne migranti o italiane autoctone.
Non tacerò anche l’ultima delle richieste che riguarda la legge Minniti. Sappiamo che le istituzioni non possono disapplicare una legge ma possono decidere di non avvalersi di alcune facoltà che sono contenute in quella legge se sono in palese conflitto con i diritti previsti dalla nostra Costituzione.
Spero che il nostro Sindaco che meritoriamente, sarebbe ingiusto non segnalarlo, e lo faccio molto volentieri, ha preso le distanze dal blitz, vorrà esaminare seriamente le proposte che ho esposto, che saranno alla base della partecipazione del corteo importante di sabato prossimo, che non sono solo mie ma di una parte della città che sta concretamente operando, si pensi a tutte le iniziative delle associazioni a sostegno dei migranti e della giustizia sociale della nostra città, perché l’immagine di Milano sia quella dei diritti e dell’accoglienza.
Questo è quello che io penso si debba dire, che si debba fare e spero che la nostra città lo faccia. Mi auguro che molti di noi siano alla manifestazione del 20, di sabato prossimo, lo siano con i propri contenuti.
Possiamo avere delle opinioni diverse ma tutti insieme dobbiamo operare perché questa è la faccia e l’immagine della nostra città.
L’immagine della nostra città non è quella degli elicotteri, dei blitz; alcuni hanno usato delle parole forti ma io penso che sia giusto usare delle parole forti perché forte voleva essere il messaggio. E’ stato un errore clamoroso che si ritorcerà contro chi pensa che i problemi della città si risolvono in quel modo e non invece andando avanti incontro ai diritti e alla socialità e al considerare davvero le persone, che in quanto persone, non possono essere illegali.