“America latina: diritti negati”: Malati chi?
di Mayra Landaverde
Dal 17 al 25 giugno si terrà il Milano Pride. Speriamo che come ogni anno sia una grande festa e un’occasione di rivendicazione dei diritti di tutte e tutti.
Manifestazioni di questo tipo si tengono in tutto il mondo, anche in America latina, dove l’omotransfobia ha un tasso altissimo nella popolazione.
Dal sito ufficiale di Milano Pride:
“Il Milano Pride è prima di tutto la manifestazione dell’orgoglio delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, asessuali, intersessuali e queer: una straordinaria festa di libertà…”
Si, è una manifestazione di orgoglio. Dovremmo dirglielo forte e chiaro alle persone che nel continente americano hanno fondato cliniche che “curano” l’omosessualità.
La maggior parte di questi posti sono gestiti da chiese evangeliche che hanno diretto contatto con quelle congregazioni che negli Stati uniti non possono più offrire i “loro servizi di terapia”. Negli USA è vietato dalla legge, semplicemente perché l’omosessualità non è una malattia.
Probabilmente anche in Ecuador, in Messico, Chile, Colombia sarà vietato dalla legge e, ufficialmente, l’omosessualità non sarà più vista come una perversione, come una malattia. La verità è che gran parte della popolazione non la vede così. Di solito sono gli stessi parenti a cercare queste cliniche e portare con la forza figli gay, figlie lesbiche.
Siamo ancora una società che crede ciecamente in ciò che detta la religione , senza mettere mai nessun argomento in discussione. Nonostante i grandi passi in avanti che si sono fatti. In città del Messico per esempio, il matrimonio egualitario è legale.
L’omosessualità non si cura, perché non c’è niente da curare. Punto.
Paola Concha è stata vittima di abusi per più di un anno in una di queste cliniche in Ecuador.
“L’ 8 Dicembre 2006 sono arrivati a casa mia , mi hanno costretto ad andare con loro, mi hanno messo in una roulotte e portata in un centro ‘terapeutico’. Quando sono arrivata ero già stata ammanettata e picchiata. Mi hanno legato le mani per mesi. Mi hanno lasciata senza cibo giorni. Mi hanno ammanettata in un bagno sporco che usavano più di 60 persone.” Tutto questo per “curarla”. Ma lei non era malata, e ora è un’attivista che lotta contro questo tipo di posti.
Nel 2011 in Ecuador sono state chiuse oltre 30 cliniche di questo tipo, tutte legate a chiese.
Il vescovo di Saltillo, regione del nord del Messico, Raul Vera ha dichiarato in una intervista :
“ Bisogna essere fuori di testa per pensare che gli omosessuali sono dei viziosi e sono condannati. I veri malati sono gli omofobici”
La fotografa ecuadoregna Paola Paredes ha ricreato degli episodi che raccontano le stesse vittime che purtroppo hanno passato del tempo in questi centri. Il suo lavoro lo trovate qui:
L’omofobia è la vera malattia da debellare .