Progetto “Il lavoro è cittadinanza”
“E’ in
continuo aumento la quota dei titolari di permesso CE per soggiornati
di lungo periodo, che già costituiscono la maggioranza dei cittadini
non comunitari. Questo dato dimostra che l’immigrazione in Italia non
è fatta di lavoratori temporaneamente ospiti, né di intrusi come
crede una parte dell’opinione pubblica, ma soprattutto di persone che
intendono rimanere, costruire o ricongiungere le loro famiglie,
divenendo pienamente cittadini. Si continua a chiamarli “stranieri”
(o, peggio, “extracomunitari”), ma non ci si accorge che gli
immigrati sono cittadini di fatto, autorizzati a un soggiorno a tempo
indeterminato in base al diritto comunitario recepito
nell’ordinamento italiano.
chiaro che ci sono dei settori dove le discriminazioni sono molto
forti, come per esempio nello sport e nell’accesso al lavoro e credo
che anche il lavoro che portiamo avanti serve proprio per dare
risposte concrete per l’accesso a tutti, soprattutto per le pari
opportunità.
non ha colore, tutti ne possiamo uscire soltanto uniti. La crisi
colpisce tutti, cittadini italiani e stranieri. Si può uscire
vincenti dalla crisi, ma non credo che una guerra fra poveri possa
essere la soluzione”.
le parole del Ministro per l’integrazione, Cècile Kienge, durante la
presentazione del Dossier statistico immigrazione 2013, redatto
grazie alla collaborazione tra il centro studi Idos e l’Ufficio
antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio (UNAR):
secondo il dossier sono 5 milioni e 186 mila gli stranieri
regolarmente presenti sul territorio italiano. Moltissimi di loro
forniscono un apporto decisamente positivo in termini di valore
aggiunto nel Pil e per la contribuzione nel nostro sistema
previdenziale.
ottobre è stato proprio presentato anche un progetto, promosso dal
Ministro Kyenge e dall’Inps, che si pone l’obiettivo di dimostrare
che i lavoratori provenienti da altri Paesi costituiscono una parte
importante dello sviluppo economico, sociale e culturale del nostro
Paese, sia come lavoratori dipendenti o autonomi sia come
imprenditori.
progetto intende sensibilizzare l’opinione pubblica, attraverso i
media e gli organi di stampa, sul fatto che un migrante che lavora
non è un ospite, ma un lavoratore nel pieno dei suoi diritti così
come stabilito dalla Costituzione italiana. Un lavoratore che produce
reddito per sé è una risorsa per tutto il Paese.
Antonio Mastrapasqua, Presidente dell’Inps, ha dichiarato a questo
proposito: “ E’ importante comunicare a tutti i cittadini che il
lavoro non ha colore, etnia, lingua o religione. Il lavoro è lo
strumento di contribuzione alla crescita della comunità nazionale”.
la presentazione del progetto è stato lanciato lo spot intitolato Il
lavoro è cittadinanza: un
imprenditore straniero cerca un candidato per la sua azienda. Come?
Mettendo a nudo i pregiudizi che circolano in Italia riguardo al
lavoro dei migranti. L’imprenditore immigrato, infatti, gira per le
strade e nei luoghi frequentati dai ragazzi per offrire un posto di
lavoro, ma riceve solo rifiuti. Usa una telecamera nascosta e
riprende i ragazzi che, al momento dell’offerta del lavoro,
diostolgono lo sguardo o proseguono dritto per la loro strada. Lo
spot termina con un messaggio: sono un imprenditore immigrato, i
lavoratori migranti producono il 10% del Pil nazionale, riconoscerne
l’importanza significa riconoscere un’opportunità.