“America latina: diritti negati” Riflessioni di una vacanza a Milano
di Mayra Landaverde
Voi tutti o quasi tutti che se non siete già in vacanza state comunque per partire. Voi che andrete al mare, in montagna, al fresco insomma. A voi stavo pensando adesso che in tanti andate proprio nel mio paese. Meta preferita per i viaggi di nozze soprattutto. Da immigrata in Italia è proprio una gran fortuna essere messicana. Tutti sorridono quando dico da dove vengo, certo fossimo negli Stati uniti si sorriderebbe di meno. A voi pensavo mentre da una finestra dell’ospedale Buzzi l’unica cosa che potevo ammirare era un palazzo alto con la scritta Regione Lombardia. Eh già, perché io questa estate sarà l’unica cosa che vedrò. La regione Lombardia. Neanche, diciamo che vedrò solo Milano. Ho il compito di far nascere una bambina. Che non avrà il passaporto italiano, avrà quello marocchino e quello messicano. Cioè, lei avrà dei passaporti che li “donano” una identità di luoghi che non ha mai visto, invece qui, dove nascerà verrà trattata da straniera. Dovrà fare la fila con la mamma al commissariato per rinnovare il permesso di soggiorno. Pensateci bene a queste parole. Permesso-di-soggiorno. Lei dovrà chiedere il permesso allo stato italiano di soggiornare qui, come l’ha chiesto anche mio primo figlio e come continuiamo a chiederlo ogni anno io e mio marito. E migliaia di altre persone, figli nati qui inclusi.
So bene che tante persone lo ritengono giusto, chiedere il permesso di entrare, di soggiornare, qui però. Ora che si parla così tanto di frontiere di territorio, anzi, di difendere il territorio. Vorrei ricordare a tutte queste persone che di solito cominciano le loro frasi con: “Io non sono razzista ma…”
In America latina vivono milioni d’italiani.
In Perù
fino al 2015 c’erano 35,000 italiani a viverci e lavorare. Più di un milione e mezzo di peruviani hanno origini italiane.
In Brasile si trova la maggior quantità di discendenti da italiani nel mondo dopo gli Stati uniti. Gli italiani cominciarono ad arrivare dai tempi di Amerigo Vespucci.
Attualmente in Venezuela vivono circa 190,000 italiani dei quali più di 30,000 con cittadinanza venezuelana. Si, loro hanno dato la cittadinanza.
E arriviamo al Messico. Nel mio paese lo scambio culturale o flusso migratorio, scegliete voi, con gli italiani cominciò dai tempi della conquista spagnola, dove numerosi religiosi che lavoravano già per la corona spagnola si sono stabiliti in Messico.
Quasi tutti gli italiani che sono arrivati ( e arrivano anche adesso) provengono dal nord. Prima il nord! dice qualcuno.
Più di un milione e mezzo di messicani hanno origini italiane.
Le seguenti città messicane sono composte per più del 90 per cento da gente italiana: Chipilo, Gutierrez Zamora, Zentla, Barreto y Lombardìa. Con accento sulla i.
Io scrivo queste parole non con cattiveria o con aria di vendetta, la mia intenzione non è quella di dirvi “Ecco, vedete anche voi andate di là!” ma così a titolo informativo, perché voi sappiate tutti che il mondo è mondo e a me le frontiere, invenzione dell’uomo per complicarci l’esistenza, mi fanno schifo e nel mio piccolino anche da una stanza di un ospedale, lotterò sempre per abbatterle. Tutte. Ovunque.
Siete curiosi di vedere un italiano che se non parla veneto parla solo spagnolo con un accento più messicano del mio?
Ecco un video di una serie bellissima di reportage di alcune comunità di stranieri che vivono in Messico. Questo video parla di Chipilo, conosciuta comunità veneto messicana che non ha mai dimenticato da dove viene e sa bene dove si trova adesso.