Il piccolo Charlie Gard ha lasciato questa terra e noi discutiamo di fine vita
E’ morto il piccolo Charlie Gard, il bimbo inglese di 10 mesi affetto da una grave malattia genetica degenerativa (la sindrome da deplezione del Dna mitocondriale) per cui i Tribunali della Gran Bretagna – e in ultimo anche la Corte europea dei diritti dell’uomo – avevano ordinato di staccare le macchine giudicando la sua malattia incurabile e troppo dolorosa. Avrebbe compiuto un anno il 4 agosto.
Il caso del piccolo Charlie riapre la discussione sul testamento biologico, sul fine vita, sul diritto di autodeterminazione, sull’eutanasia, temi molto “caldi” anche in Italia.
Due giorni fa, invece, la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha sancito che il piccolo Charlie Gard dovesse essere lasciato morire. I fatti sono noti. Charlie doveva essere sottoposto a ventilazione artificiale per rimanere in vita. L’ospedale presso cui Charlie era in cura si era rivolto all’autorità giudiziaria inglese per ottenere l’autorizzazione a interrompere i trattamenti sanitari e a lasciar morire il povero bimbo.
Non aveva però fatto i conti con i genitori del piccolo che, dopo aver tentato inutilmente in tutti i gradi di giudizio previsti dall’ordinamento inglese di ottenere una decisione che impedisse questo epilogo, hanno deciso di adire la Corte europea dei diritti dell’uomo. Quest’ultima tuttavia ha dichiarato inammissibile il loro ricorso e ha confermato la decisione della Corte Suprema britannica. Secondo la Cedu, la condizione di Charlie era per lui motivo di sofferenza e non avrebbe tratto beneficio dalla cura sperimentale.
Speriamo che il piccolo Charlie sia in pace, ora e che gli sia lieve la terra. Noi, qui, continueremo a discutere di vita e di morte…