Giornata per i diritti dell’Infanzia. Associazione 21 luglio e la rete REYN Italia: «I circa 15 mila minori rom che risiedono nelle baraccopoli italiane vivono un’esistenza di diritti negati.
Si celebra oggi la Giornata per i diritti dell’Infanzia. Associazione 21 luglio e la rete REYN Italia: «I circa 15 mila minori rom che risiedono nelle baraccopoli italiane vivono un’esistenza di diritti negati. È necessario de-etnicizzare le politiche per una reale inclusione».
In questa occasione Associazione 21 luglio e la rete REYN Italia (Romani Early Years Network) impegnate nella promozione dei diritti e del benessere delle bambine e dei bambini – denunciano la condizione drammatica in cui versano i circa 15 mila minori rom residenti nelle baraccopoli formali e informali del nostro Paese. Nella Capitale si stima una presenza di circa 4100 minori rom in emergenza abitativa e in condizioni di povertà: 1350 di età compresa tra gli 0 e i 6 anni, 2750 sono quelli tra i 7 e i 18. La vita di tutti questi minori è segnata dall’esclusione sociale, dallo scarso accesso ai servizi sanitari e dalla stigmatizzazione da parte della società. Per questi bambini l’aspettativa di vita è di 10 anni inferiore rispetto alla media, in un caso su 5 non inizieranno mai un percorso scolastico e avranno possibilità prossime allo 0 di intraprendere una carriera universitaria.
A ostacolare il pieno godimento del diritto all’istruzione sono – in primis – le condizioni abitative. La maggior parte delle baraccopoli si caratterizza per la lontananza da servizi essenziali, collocati nelle estreme periferie delle città e spesso a ridosso di zone inquinate e insalubri. La carenza di reddito, la discriminazione, l’esclusione sociale, la deprivazione culturale e l’inadeguatezza dello spazio abitato sono tutti fattori che hanno un forte impatto sul benessere fisico e psichico di questi minori e causano l’insorgere delle cosiddette “patologie da ghetto”: malnutrizione, scabbia, tubercolosi, o disturbi psichici come ansia e depressione.
Una ricerca di Associazione 21 luglio (“Ultimo Banco“) focalizzata sul “Progetto di scolarizzazione Rom di Roma Capitale” del periodo 2009-2015 ha riportato dati allarmanti: nella città di Roma 9 minori rom su 10 non hanno frequentato la scuola con regolarità, un minore rom su 2 è in ritardo scolastico e frequenta quindi una classe non conforme alla sua età anagrafica, infine, sulla media dei 1.800 bambini rom iscritti a scuola solo 198 hanno frequentato almeno i tre quarti dell’orario scolastico. Nell’ultimo anno scolastico monitorato, quello del 2014-2015, nella baraccopoli istituzionale di Castel Romano, la frequenza regolare ha raggiunto il suo valore più basso attestandosi al 3,1%. Questi dati dimostrano, una volta di più, come le responsabilità di tale insuccesso siano imputabili principalmente al contesto socio-economico e alle politiche abitative promosse dall’Amministrazione locale.
Gli sgomberi forzati che interessano gli insediamenti informali rappresentano un ulteriore fattore di trauma per i minori delle baraccopoli, rendono le condizioni di vita delle famiglie coinvolte ancora più precarie e costituiscono un ennesimo ostacolo al pieno godimento del diritto all’istruzione, già pesantemente compromesso, dei minori che li subiscono. Quest’anno a Napoli, nel quartiere di Gianturco, uno sgombero forzato ha coinvolto circa 1300 rom in emergenza abitativa, di cui circa la metà minori, provocando una vera e propria diaspora alla vigilia della Giornata Internazionale dei rom e sinti celebrata l’8 aprile di ogni anno.
Per quanto riguarda la Capitale, da un monitoraggio relativo al periodo 1° novembre 2016 – 30 giugno 2017 Associazione 21 luglio aveva registrato nella città di Roma un incremento di operazioni pari al 133% rispetto agli otto mesi precedenti e il 23 ottobre scorso, con lo sgombero forzato numero 29 si è superato il totale di operazioni effettuate dalle forze dell’ordine nell’arco dell’intero 2016.
«Politiche ventennali realizzate su base etnica e destinate ai rom in quanto rom, hanno negli anni alimentato il circolo di povertà ed esclusione sociale – afferma Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio – ostacolando le famiglie rom svantaggiate e traducendosi in barriere per l’accesso a diritti fondamentali, come l’alloggio e l’educazione scolastica. Tra gli obiettivi della Rete Reyn Italia c’è anche quello di promuovere un cambio di rotta nel nostro Paese al fine di incentivare politiche realmente inclusive a partire dalla prima infanzia, all’insegna delle qualità e dell’alta professionalità”.